DA RAGAZZA A ESCORT, ANZI PUTTANA! - 1 parte – Benin City (Nigeria) - Roma  - Ascoli Piceno Trasgressiva

DA RAGAZZA A ESCORT, ANZI PUTTANA! - 1 parte – Benin City (Nigeria) - Roma - Ascoli Piceno Trasgressiva

Mi chiamo Jamilah e questa è storia di come ho passata da semplice ragazza nigeriana in Italia. Sicome no conosco bene italiano, la storia sotto è tradotta da mia amica  italiana. Scusate per errori.  “Tutto è iniziato quando avevo 18 anni. Sono nata in una famiglia molto povera di Benin City, in Nigeria, facevo la parrucchiera nel negozio di mia zia quando una cliente molto ricca mi raccontò di possedere in Italia un salone di bellezza più grande e mi propose di trasferirmi con l'aiuto del figlio Bashir. Avrei guadagnato molto di più e, in questo modo, avrei potuto aiutare i miei genitori e i miei fratelli. Passarono alcune settimane e Bashir prese l'abitudine di accompagnarmi a casa di sera una-due volte alla settimana. Quando salivo sul suo SUV AUDI, mi sentivo come una regina e mi fidavo di lui. Così mi sverginò e ogni sera facevamo sesso sull'AUDI, finchè non mi convinse a partire con lui per l'Italia. L’arrivo però fu molto diverso da come avevo immaginato. Nessuna spazzola tra le mani, nessun salone di bellezza. Come tante ragazze nigeriane arrivate in Europa, diventai una serva: se avessi lasciato il mio protettore Bashir, qualcuno avrebbe fatto del male alla mia famiglia. Nel primo pomeriggio del giorno dopo, mi portò in una grande villa isolata nei dintorni di Roma. C'erano alcune macchine di lusso parcheggiate nel viale. Bashir mi accompagnò alla porta e suonò il campanello. Un tizio nigeriano sui 40 anni aprì con un bicchiere di vino in mano. Mi osservò e urlò verso l'interno: “Lei è quiiii!”. Sentii un gruppo di ragazzi gridare mentre il tizio gli porse una busta. Bashir ci guardò dentro, sorrise e disse: - Godetevela... Tornerò a prenderla a mezzanotte.  Entrai in casa, l'uomo mi condusse in cucina e io lo seguii. Diversi ragazzi arrivarono nella stanza e tutti mi guardavano facendo commenti sul mio corpo e sulla mia bellezza. Dovevano essere almeno in sei, erano tutti nigeriani, ubriachi e su di giri. Mi camminavano intorno mentre io ero immobile per la paura. Cominciarono a toccarmi. Le mani venivano da ogni parte palpando il mio seno, il mio sedere, le mie cosce, arrivando perfino sotto la gonna. Uno degli uomini accese un lettore CD e gridò: - Balla per noi Venere nera! - Ero così spaventata che ho risposto a bassa voce: - No.. non posso... non voglio!  

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